27.11.05

I Dolci di Natale

Le golosità natalizie nel territorio campano, sono tante, per cui è necessario dedicare alla sezione un capitolo a parte.
Notoriamente, si sa che le preparazioni più elaborate sono nate nei monasteri napoletani.
Ogni monastero aveva le sue specialità e spesso prendevano il nome del monastero stesso.
In S. Chiara si lavoravano le “ marasche sciroppate, le perette in barattoli, i mostaccioli, le lasagne e le frittelle meglio conosciute col nome di zeppole”.
Nella Maddalena “ la pasta reale o marzapane, detti da lor mattoni”.
In S. Maria Egiziacabiscotti di galera” .
In regina Coeli “ canditi asciutti come cedra, persicata ed altro”.
In S. Maria Donnaromita le “ foglie di rosa candite” In Donnaregina “ torte assai buone di ogni sorta di frutto sciroppato e susamielli di fior di farina. Nella Sapienza “ lupini di zucchero con ambra pe ‘l catarro o distillazione”.

Gli struffoli
Sono d’obbligo in quasi tutto il territorio campano, chi non conosce queste palline di pasta fritte, allegre e semplici, condite con il miele e probabilmente originarie del Medio Oriente, forse nell'antica Grecia.

Le Zeppole o antichi scauratielli
Tipiche della costiera sorrentina, le zeppole, dette anche antichi scauratielli, devono l'origine del loro nome alla procedura con cui viene realizzato l'impasto, che viene cotto in acqua con aggiunta di latte e aromatizzata con anice. Successivamente fritte e condite con miele e confettini multicolori i “riavulillilli”

Le perete di Lupo o sospiri delle monache
Altra ricetta tipica della zona, soprattutto nel territorio di Vico Equense sono le cosidette "perete di lupo" il cui nome poi e' stato ingentilito in "'e suspiri de' monache", forse le monache non avranno gradito molto
Vengono realizzate con un impasto a base di patate, farina lievito di birra, fritte e condite con miele anice e scorzette d’arancia.

Il roccoco'
Dalla forma di ciambella e adatto a chi ha denti robusti ecco il “roccocò” che trae la sue origini invece dal francese rocaille per la barocca e tondeggiante forma di conchiglia.
Qui la tradizione ci dice che quelli migliori vengono realizzate dalle opersose mani delle massaie di massalubrense. Aromatizzati, con il pisto, preconfezionato, un insieme di aromi comprendente tra gli altri noce moscata, cannella e pepe, al cui interno raccolgono mandorle nocciole e bucce di mandarino.

Le Paste di mandorle o Pasta reale
Questi dolci dai delicatissimi colori pastello che vanno dal rosa, al verde al giallino, preparati con mucchietti di paste di mandorle sistemati su di un ostia tagliata che serve da base e dalle forme piu' svariate, hanno antiche origini conventuali.
Erano infatti le suore napoletane che laboriosamente li preparavano rispettando la dieta di magro. Nella preparazione venivano utilizzati esclusivamente zucchero, farina di mandorle tritate e spezie non era utilizzato alcun grasso animale, essendo il loro condimento ottenuto esclusivamente dall'olio delle stesse mandorle.
Pasta Reale e’ il nome con cui sono conosciute, e sembra risalire all'epoca del re Ferdinando IV.
Si racconta che il sovrano si recò un pomeriggio in visita al convento delle suore di San Gregorio Armeno e, dopo aver visitato la cappella ed il convento, fu accompagnato dalle sorelle nel refettorio, ove su un grande tavolo era preparato un buffet in cui facevano bella mostra di se aragoste, pesci arrostiti, polli e fagiani oltre a della splendida frutta.
Il re era un gran mangiatore ma si scusò dicendo che da poco aveva finito di pranzare e non sarebbe stato il caso riaffrontare un pasto del genere. Ma le suorine con sguardi di complicità pregarono re Ferdinando di degnarsi di un assaggio, quale fu la sorpresa del sovrano quando si accorse che tutto quel Ben di Dio non erano altro che dolci efficientemente scolpiti con la pasta di mandorle e certosinamente dipinti a mano.
Questa tradizione di pasta reale è rimasta oggi soprattutto in Sicilia dove ci sono degli abilissimi artigiani di pasta martorana o reale.

I Mostaccioli:
Dalla forma romboidale e ricoperti di un glassa al cioccolato, il loro nome è legato alle antiche preparazioni contadine che utilizzavano il mosto, mustacea era infatti il loro nome latino, col quale venivano preparati per essere resi più dolci.

I Susamielli
Hanno la forma di una “Esse ”Susamielli o Sosamielli impastati con del miele liquido. Anticamente venivano distinti in due tipi di Susamiello, quello chiamato sosamiello nobile, preparato con la farina bianca che veniva offerto alle persone di riguardo, e quello per gli zampognari, impastato con farina ed elementi di scarto, che veniva offerto al personale di servizio ai contadini in visita e a coloro che venivano a suonare in casa, e “dulcis in fundo”, il sosamiello del buon cammino imbottito con la marmellata di amarene e che veniva offerto ai soli religiosi

Le Sapienze
(leggera variante dei susamielli)
Devono il loro nome al Convento di S.Maria della Sapienza, in cui venivano egregiamente preparate dalle Clarisse.

I Divinamore

A base di pan di Spagna ricoperto di colorata glassa rosa traggono il loro nome dalle Religiose dell'omonima comunità di clausura.


Il torrone Irpino

Tipico della tradizione irpina, e’ famoso torrone irpino a base di zucchero, miele, mandorle o nocciole tostate.

Le Pasticelle (o calzoncelli)

Le pasticelle, a base di castagne, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, caffè, zucchero, anice, succo di limone e mandarino, uova, vino, sono tipiche della zona di Salerno, e vengono farcite e fritte, dalla forma rotondeggiante dal diametro di circa 10 cm.
Il bordo delle pasticelle è irregolare e può avere diverse forme dettate dalla fantasia. Il sapore ed il gusto sono fortemente caratterizzati dalla presenza di purea di castagne che viene utilizzata per la farcitura di questi dolci.

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